Che cosa è l’impronta di carbonio?

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Un’infarinatura di storia: quanti anni abbiamo?

Ogni specie vivente ha la sua storia evolutiva, ma quella del genere umano comincia relativamente tardi rispetto alla storia di molte altre specie.
La nostra terra conta 4,5 miliardi di anni e oggi sopravvivono nel suo ambiente naturale specie che risalgono a centinaia di milioni di anni fa. È divertente notare come la maggior parte delle specie antiche che dimorano la terra siano specie acquatiche: lo squalo dal collare abita la terra da 150 milioni di anni, lo storione da 360 milioni di anni, il granchio a ferro di cavallo da 500 milioni!
E noi? Gli esseri umani hanno iniziato a distinguersi dai loro ancestrali fratelli appena 2,4 miliardi di anni fa, ma il cervello degli esseri umani del 2020 è uguale (funzionalmente parlando) a quello degli esseri umani di 300.000 anni fa.
Abbiamo quindi 300.000 anni di storia alle spalle: siamo dei neonati in confronto ad esseri acquatici anche molto più piccoli e semplici di noi, che di anni arrivano a contarne 500.000.000

Una manciata di consapevolezza: lasciamo un’impronta di carbonio


Anche tutti gli oggetti che possediamo e che usiamo hanno una loro storia: nascono grazie all’assemblaggio di materie prime, fanno il loro dovere e poi vengono buttati (o riciclati, o convertiti in altri utilizzi).
Questo ciclo produce una certa quantità di anidride carbonica, tradotta nell’impronta del carbonio.
L’impronta del carbonio, in generale, ci dà un’idea di quanto carbonio (CO2) viene emesso nell’ambiente per fare qualcosa: ogni azione che compiamo, ogni prodotto che compriamo, lasciano un’impronta scura di sostanza nel cielo, nel terreno, nelle acque circostanti. Quell’impronta si sposterà e rimarrà per molto tempo in giro, diventando parte dell’ambiente che tutti gli esseri viventi (noi compresi) abitano.
L’impronta del carbonio è calcolabile per qualsiasi prodotto (vestiti, quaderni, dispositivi elettronici), non solo sui beni alimentari.
Prendiamo in considerazione una bottiglia d’acqua: la sua impronta di carbonio può variare di molto a causa di come la plastica viene lavorata e del tragitto che il prodotto compie, ma in media per ogni bottiglia sono emessi circa 500g di CO 2.
Pensiamo poi all’impronta di un dispositivo elettronico diventato bene primario agli occhi di molti: lo smartphone.
La stessa Apple, per trasparenza, dichiara che vengono emessi 72kg di carbonio per produrre un iPhone 11 (di 194g; 0,194kg).
Anche i mezzi di trasporto che scegliamo ogni giorno hanno la loro impronta: per percorrere 1km emettiamo 1,5g in treno, 44g in autobus e dai 100g ai 200g in auto, a seconda del tipo di auto e del tragitto percorso.
Naturalmente l’impronta che ogni essere umano lascia varia molto sia da paese a paese che a causa delle abitudini dei singoli: non tutti avranno la possibilità o l’abitudine di andare a lavoro con la propria auto, mentre qualcuno potrebbe utilizzarla anche per spostarsi da un isolato all’altro, azione che avrebbe richiesto solo 5 minuti e un piccolo sforzo in più.

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Quanti piedi lasciano la loro impronta scura nel cielo?


Andando in giro per il mondo, 300.000 anni fa, non sarebbe stato semplice imbattersi in un nostro simile e questo può risultare normale. Quello che potrebbe suonare strano invece è che la situazione è cambiata solo nell’arco degli ultimi 100 anni.
In particolare, la popolazione mondiale del 1950 contava poco più di 2,5 miliardi di persone; oggi nel mondo ci sono 7,8 miliardi di abitanti.
Le istituzioni che si occupano di questi numeri (la NATO, insieme a tutti gli enti di censimento nazionali come l’ISTAT in Italia) prevedono che per il 2050 raggiungeremo e supereremo la cifra dei 9 miliardi.
Questo fenomeno è conosciuto come esplosione demografica e moltiplica in modo esponenziale l’impatto che la nostra specie ha sul pianeta.
Non ci sono soluzioni umane ed immediate per fermare questa crescita.

Uniamoci al cambiamento, partiamo dalle piccole cose


Arriviamo al punto: in che senso “il mondo sta cambiando”?
La ragione è a ben vedere abbastanza semplice, se pensiamo a quanto abbiamo detto fin qui: siamo sempre di più e lasciamo impronte di carbonio sempre più grandi.
Se la situazione demografica fosse quella di 70 anni fa, potremmo stare sereni: ci sarebbero abbastanza risorse per permettere a ciascuno di noi di mantenere le abitudini di consumo che ha sempre avuto. Ma non è così e le impronte scure si fanno sempre più imponenti.
L’unica cosa da fare davvero sensata è iniziare a cambiare, in linea con le esigenze del mondo: cerchiamo di eliminare una per volta quelle abitudini che ci classificano tra i peggiori ospiti del nostro pianeta.
Iniziamo ad usare di più le nostre gambe per spostarci e a preferire mezzi che hanno meno impatto sull’ambiente, come i treni. Siamo nati in un’epoca che ce lo permette, sfruttiamo questa opportunità!
Iniziamo a chiederci se il modello di smartphone appena uscito è davvero quello che ci serve per il nostro benessere o se il nostro desiderio nasce più dalla paura di perderci qualche piccolo aggiornamento, che in fondo non ci renderà la vita più semplice o più serena. Spendere gli stessi soldi per un hobby, per una gita di un paio di giorni, per un trattamento dalla testa ai piedi in un centro benessere, probabilmente ci donerebbe sensazioni così piacevoli da distrarci dall’aspetto imperfetto della nostra home nel cellulare.
Iniziamo ad apprezzare un bicchiere d’acqua di casa nostra rispetto alle bibite che troviamo impacchettate negli scaffali dei supermercati. Nessuno ci obbligherà a rinunciare per sempre al thè o alla Cola, ma ogni volta che stiamo per versarci questi prodotti possiamo chiedere a noi stessi: “Non sarebbe comunque piacevole se in quel bicchiere ci fosse dell’acqua e avessi lasciato un’impronta infinitamente più piccola oggi?”. Forse ci costerebbe ancor meno sacrifico se consideriamo che grazie alla tecnologia dei depuratori quel bicchiere d’acqua potrebbe avere le caratteristiche organolettiche della nostra acqua preferita, potrebbe essere gassato e persino ghiacciato, come appena uscito dal frigo.
Tutte queste inversioni di tendenza ci permetteranno di prendere parte al futuro, senza trovarci catapultati in esso in modo brusco.
Facciamoci trovare preparati, iniziamo a cambiare.